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L’Osservatorio Indifesa, insieme a Terre des Hommes e ScuolaZoo, ha raccolto le opinioni di 8mila ragazze e ragazzi delle scuole secondarie su bullismo, discriminazioni, violenza, cyberbullismo e stereotipi di genere in occasione della Giornata Nazionale contro bullismo e cyberbullismo e in vista del Safer Internet Day.
Il quadro che ne è emerso è preoccupante:

  • Per un adolescente su tre le minacce più temute sono bullismo e cyberbullismo, seguiti da violenza sessuale (31,73%) e droghe (24,76%).
  • 6 adolescenti su 10 hanno assistito ad atti di bullismo e cyberbullismo, mentre la metà ha vissuto in prima persona atti di bullismo da parte di compagni (44,9% di ragazze e 46,5% dei ragazzi).
  • Il cyberbullismo colpisce il 12,4% di ragazze e il 10,4% delle ragazze; i commenti a sfondo sessuale colpiscono il 32% delle ragazze (contro il 6,7% dei ragazzi) e il trolling colpisce il 16% dei ragazzi (contro il 7,2% delle ragazze).

Ed è proprio la violenza online a preoccupare di più gli adolescenti: il 32% delle ragazze teme di diventare bersaglio di commenti volgari (contro il 21,8% dei ragazzi) ed essere adescate online è l’incubo di una ragazza su tre.
Chi vive queste esperienze sviluppa sentimenti di malessere e vergogna, spesso accompagnati da ansia e sintomi fisici, mentre le conseguenze – come la bassa autostima – possono protrarsi fino all’età adulta.
A rispondere al questionario ci sono anche i bulli e i cyberbulli: circa 1 ragazzo su 10 ammette di aver compiuto atti violenti, ma la percentuale si dimezza nelle ragazze.
Un fenomeno in aumento quindi, difficile da definire a causa delle innumerevoli forme che assume. Possiamo comunque provare a identificare il bullismo in tutte le forme di comportamento aggressivo e/o offensivo, messe in atto sia dal singolo che dal gruppo, attuate con lo scopo di infliggere intenzionalmente un danno a una o più persone esercitando controllo e potere. Il comportamento inoltre è sistematico, ripetuto e attiva un disequilibrio di potere tra bullo e vittima.
Nel comportamento disfunzionale sono coinvolti più attori: il bullo; la vittima; i cosiddetti gregari, cioè sostenitori del bullo; gli spettatori neutrali; i difensori della vittima e il leader che esercita carisma e autorità nel gruppo.
I contesti in cui si sviluppa il bullismo sono i più vari, dalla scuola al web, ma anche la sfera lavorativa. LE manifestazioni sono differenti e coinvolgono le vessazioni fisiche e verbali, ma possono anche essere indirette e colpire la sfera psicologica della vittima.

Come difendersi?

Il passo più difficile e più importante spetta alla vittima, che deve trovare il coraggio di abbattere il muro del silenzio e raccontare mettendo da parte la vergogna, il senso di colpa e il timore di nuove vessazioni.
È bene tuttavia che tutti noi manteniamo alta l’attenzione sulle persone che ci stanno accanto, cercando così di cogliere segnali di sofferenza come la chiusura sociale, la perdita di interesse, il rifiuto a parlare o le difficoltà alimentari. I genitori e gli insegnanti devono provare ad accogliere i malesseri dei figli, senza giudicarli anche quando provano difficoltà nell’aprirsi. I ragazzi necessitano di luoghi sicuri, in cui sentirsi protetti e liberi di esprimere se stessi, dando e ricevendo fiducia.
La scuola, dal canto suo, deve prevenire i comportamenti violenti in maniera proattiva: incrementando attività sociali e di gruppo, vigilando sulla cooperazione, veicolando messaggi positivi di parità, accettazione e integrazione.
Il sostegno psicologico è fondamentale per accompagnare bulli e vittime a comprendere che la violenza non è accettabile, che la diversità è un bene prezioso e che libertà e rispetto sono valori inviolabili.
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