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L’attaccamento è il legame che si crea tra il bambino e una figura di riferimento che si pone come base sicura di protezione e accadimento da cui il bambino impara a conoscere il mondo. Inizialmente si tratta della figura materna, ma durante la vita si creano legami di attaccamento con altre persone. 

Sin dalla nascita, tutti i cuccioli di diverse specie manifestano comportamenti volti a mantenere la vicinanza con la madre, vista come fonte di sopravvivenza. Se fino agli anni Cinquanta si supponeva che il legame con la madre si sviluppasse in quanto fonte di nutrimento, grazie agli esperimenti di Konrad Lorenz scopriamo che si tratta più che altro di una forma di imprinting. Lorenz raccolse venti uova di oca selvatica, distribuendone poi dieci a una tacchina e dieci a un’oca domestica. Trasferì poi le uova in un’incubatrice e studiò il comportamento dei piccoli al momento della schiusa. Li portò poi prima all’ora domestica e poi alla tacchina, ma i piccoli tornarono da Lorenz poiché riconoscevano in lui un esemplare della loro specie. Seguendolo, si comportavano nei suoi confronti come i piccoli si comportano con la loro madre: questo Imprinting nell’animale rimane fissato per tutta la vita. 

Le fasi dell’attaccamento

Nella prima fase, da 0 a 2 mesi, il bambino mette in atto comportamenti di attaccamento come pianto o riso endogeno non intenzionali, né selettivi. Nella sconda fase da 2 a 6 mesi, il bambino mette in atto comportamenti di attaccamento verso una o più persone, in particolare verso la madre. Nella terza fase, da 6 a 18 mesi, il bambino mantiene la vicinanza con la madre e compaiono sia la protesta alla separazione (7-8 mesi) che l’ansia da separazione (8-11 mesi) poiché si è già strutturato un legame di attaccamento vero e proprio. Il bambino inizia così a esplorare l’ambiente, utilizzando la madre come base sicura. La quarta fase va dai 18 mesi in poi: la relazione tra madre e bambino è più propriamente bidirezionale e quest’ultimo si adatta alle necessità materne, tollerando la lontananza dalla madre grazie alle conquiste cognitive. 
La capacità di rappresentazione mentale porta, in questo periodo, alla formazione dei cosiddetti internal working model, cioè rappresentazioni mentali di sé e della figura di attaccamento basate su modelli derivanti dalle ripetute esperienze relazionali con la madre. Le rappresentazioni vengono poi via via generalizzate fino a diventare modelli su “come funzionano le cose solitamente nella mia relazione con il mondo”, consentendo così al bambino di relazionarsi anche con gli altri e predire i comportamenti in base delle sue esperienze relazionali. Quando la risposta ai bisogni del bambino è consistente e soddisfacente nel tempo, si instaura l’attaccamento di tipo sicuro che consente al bambino di sviluppare sicurezza verso se stesso, la figura di attaccamento e il mondo esterno, che sarà esplorato perciò con fiducia e autonomia. 
Un terzo dei bambini sperimenta, tuttavia, un attaccamento insicuro che tendenzialmente si trasmette di generazione in generazione. Ci riferiamo a due tipi (o stili) di attaccamento insicuro e un tipo di attaccamento disorganizzato:

  • Stile di attaccamento insicuro-evitante: si instaura quando la persona di riferimento appare rigettante, non responsiva o emotivamente non disponibile. Il bambino impara perciò a non poter contare su di lui, rinuncia a cercarne la vicinanza perché ritiene che il suo bisogno sia futile o non verrebbe comunque soddisfatto;
  • Stile di attaccamento insicuro-ambivalente: si ritrova nelle relazioni in cui la persona di riferimento non risponde in modo costante e coerente ai bisogni del bambino, che non sa cosa aspettarsi. La paura dell’abbandono lo porta a ricercarne la vicinanza, ma allo stesso tempo può mostrare rabbia e ostilità;
  • Stile di attaccamento disorganizzato: si tratta del tipo di attaccamento maggiormente problematico, che è più spesso associato a situazioni di abuso. Il bambino alterna comportamenti tipici di uno o più stili di attaccamento insicuro a momenti di confusione e paura. La persona di riferimento non mette mai in atto lo stesso comportamento e il bambino può sentirsi stordito o confuso in presenza di un genitore imprevedibile, che può mostrarsi rassicurante oppure abusante.

A seconda del tipo di attaccamento che si è instaurato, si osservano nel bambino comportamenti diversi nelle varie fasi di avvicinamento e separazione dalla figura di riferimento. 

  • Attaccamento sicuro: il bambino mostra un livello moderato di ricerca della vicinanza, e è turbato quando la persona di riferimento si allontana, ma lo accoglie con entusiasmo quando torna e mostra curiosità verso il mondo esterno. 
  • Attaccamento insicuro-evitante: il bambino non sembra essere influenzato dalla vicinanza o dalla lontananza, anzi evita il contatto con la figura di riferimento e lo ignora quando vengono riuniti dopo una separazione. Inoltre, può manifestare lo stesso tipo di interesse indistintamente per la figura di riferimento e per un estraneo. 
  • Attaccamento insicuro-ambivalente: il bambino mostra una maggiore difficoltà in una situazione non familiare, generalmente non esplora l’ambiente circostante e rimane abbracciato alla figura di riferimento, di cui cerca la vicinanza ma al tempo stesso ne rifiuta i tentativi di contatto o consolazione in caso di ritorno dopo un allontanamento. 
  • Attaccamento disorganizzato: il bambino mette in atto comportamenti contraddittori, oscillando tra un comportamento di attaccamento e di ricerca di contatto a comportamenti di evitamento o di momentaneo congelamento. In presenza della figura di riferimento può mostrarsi stupefatto oppure impaurito. 
  • Effetti dell’attaccamento sullo sviluppo del bambino

La qualità del legame di attaccamento influenza la formazione dell’autostima: un bambino che si sente valorizzato e amato impara a percepirsi come una persona degna di cure e amore, competente, forte. Al tempo stesso, una buona qualità dell’attaccamento fornisce al bambino gli strumenti su cui contare in caso di bisogno, un migliore funzionamento sociale, abilità cognitive più elevate e una buona regolazione emotiva.  Forme di attaccamento insicuro si associano invece a difficoltà nelle relazioni sociali, nell’empatia e nelle capacità intellettive, ma anche rigidità emotiva e insicurezza che divengono un fattore predisponente per l’insorgenza di alcuni disturbi psicologici. Infine, nei bambini con attaccamento insicuro generalmente si riscontrano più alti livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, e più bassi livelli di tolleranza alle frustrazioni.